La Grande Mela si è vestita di moda per la nuova collezione Métiers d’Art 2025/26 di Chanel che ha scelto una location quanto mai audace e insospettata: una stazione della metro abbandonata a Bowery, nel cuore di Lower Manhattan.
Alla regia di questo evento c’è Matthieu Blazy, che con la sua sensibilità ha voluto raccontare una New York viva, reale e metropolitana, una città di contrasti, vite occupate, donne di ogni estrazione.
Blazy ha trasformato le sue modelle in “archetipi di donne newyorkesi”: dalla studentessa con jeans – seta lavorata a regola d’arte dalle sapienti mani dei laboratori artigianali di Chanel – alla donna d’affari, alla signora d’alta classe, fino a un’interpretazione sofisticata di icone degli anni ’40 e ’50. Non è una passerella ordinaria, ma un racconto corale e sociale.
Artigianalità e modernità
La collezione rende omaggio agli atelier storici della maison — con ricami, piume, tweed, seta, dettagli sartoriali — ma li intreccia con elementi contemporanei: T-shirt “I ❤️ NY” in seta ricamata, completi rivisitati, denim reinventato, abiti eleganti e portabili. È una Chanel che non rinuncia al suo DNA di eleganza, ma che lo rende accessibile, reale, vivibile. Un equilibrio tra glamour e pragmatismo.
Una New York da film
L’ambientazione, vecchi binari, turnstiles, panche in legno, un vero treno MTA che entra in stazione — ha trasformato la sfilata in un’esperienza immersiva, quasi cinematografica: spettatori come pendolari, modelle come viaggiatrici della metropoli, un “caos felice” che evoca la vita quotidiana di New York. Un gesto audace, che rilegge la moda come racconto, performance e, perché no, celebrazione della diversità e dell’autenticità.
Il segno di una nuova era
Con questa sfilata, Blazy non cancella il passato della maison: lo onora, lo rielabora, lo rende contemporaneo. La Métiers d’Art è ancora come sempre un inno al savoir-faire, ma ora non è più solo alta moda: è moda per la donna reale.
In un mondo dove la moda rischia di essere sempre più distante dalla quotidianità, Chanel ricorda che l’eleganza non è una questione di occasioni, ma di spirito e che lo stile, a volte, passa anche per una fermata della metro.





