Lifestyle , Trends - February 23, 2017

A Londra, l’Autunno Inverno 2017 è una primavera di rivoluzione

Quando si tratta di fashion week, Londra è per tutti una boccata di ossigeno, una manciata di giorni quasi irreali in cui si continua a lavorare sodo ma con un’attitudine più leggera, quasi irriverente, consapevoli che quello che vedremo in passerella sarà sicuramente qualcosa di diverso e perché no, magari importabile, ma forse proprio per questo davvero creativo. Londra è una parentesi in cui è ancora permesso sognare, e i sogni non hanno materia, non hanno direzioni, non hanno limiti: l’inimmaginabile è possibile.

Per questo ridurre la LFW a un elenco di tendenze è sempre difficile, e sicuramente limitante: se anche in passerella ci sono dei trend chiari (quelli più forti dell’Autunno Inverno 2017 sono le paillettes all day long e una curiosa propensione verso i decori e gli abiti alpini, dai maglioni con i classici motivi montani alle decorazioni floreali fino ai pantaloni a vita altissima con le bretelle) quello che è importante è il messaggio di ogni singolo show, espresso non solo con gli abiti ma anche attraverso la musica, la location, l’atmosfera. Ma se generalmente per l’appunto ogni show è un mondo a sé, stavolta, guardando le collezioni ma anche semplicemente camminando per la città stessa, graziata da temperature insolitamente miti, l’impressione è stata che Londra tutta, non solo la LFW, volesse mandarci un messaggio troppo importante per farlo scomparire dietro a mere questioni stilistiche: un messaggio di protesta e allo stesso tempo di rinascita. Insomma: una Primavera.

Una Primavera che parte dalla strada: per tutto il weekend gli animalisti si sono radunati davanti agli spazi del British Fashion Council chiedendo l’abolizione delle pellicce vere nelle collezioni mentre il lunedì tantissimi cittadini sono scesi in piazza per manifestare contro la visita del presidente Trump, invitato dal Primo Ministro Teresa May ma non esattamente benvenuto, come hanno dimostrato le quasi 2 milioni di firme raccolte per chiedere che la visita sia cancellata. E che continua in passerella, con toni però del tutto diversi. Se infatti fuori si alza la voce per farsi ascoltare, dentro invece, quando tutti sono seduti ad aspettare di sentirci parlare, non c’è bisogno di urlare. Anzi: a volte le parole sono superflue. Lo dimostra Chalayan, che torna a sfilare e lo fa a Londra con una collezione – presentata in un teatro – dal titolo più che esauriente, Act to Form, e con una sfilata in cui le modelle, più che camminare, recitavano, strappandosi letteralmente i vestiti di dosso e facendo scaturire una pioggia di stelle filanti. Sì perché è il momento di agire, di svegliarsi dal torpore e riprendere in mano le redini della società, prima di cadere definitivamente in letargo. Alzarsi da letto (portandosi dietro anche le coperte se necessario, come succede da Preen by Thornton Bregazzi) e tornare a riempirsi di stimoli, di cultura, di arte.

Guardare le cose da un punto di vista diverso: chi l’ha detto che tutto deve andare secondo gli schemi e che quello che non conosciamo è sbagliato? Londra ci fa apprezzare la bellezza dell’asimmetria (tanto è vero che una delle tendenze in passerella sono i top con maniche diverse l’una dall’altra, i vestiti con gli scolli irregolari) e ci insegna che se non avevamo mai visto prima qualcosa non significa che è errato, ma solo che è differente. Avete mai provato a indossare un maglione su una spalla sola, con le maniche annodate sul fianco opposto? Pringle of Scotland sì, e l’effetto è così cool che lo rifaremo anche noi molto presto. Avete mai indossato tantissime paillettes ma di giorno, magari in ufficio? Ports 1961 le intreccia nella lana e quel pullover è il nuovo oggetto dei nostri desideri.

La verità è che non ci sono regole e l’unica che esiste e che dovremmo seguire è quella dell’amore. “Sei molto più carino di quello che pensi“, “Non abbandonare i tuoi sogni“, “Uniti nelle differenze“, “Continua a sperare“: sono solo alcuni dei messaggi di glitter e paillette che hanno sfilato da Ashish, uno show che ha fatto venire le lacrime di emozione a più di uno degli invitati (noi compresi).

Perché no, non è troppo tardi e sì, ogni gesto conta. E se a volte ci sentiamo scoraggiati pensando che siamo troppo piccoli per fare la differenza basta guardare a ripetizione il finale della sfilata di Burberry, che ha mandato in passerella gli stessi look finto casual che avevano sfilato fino a un attimo prima ma trasformati in commoventi costumi teatrali grazie a coprispalle incredibilmente elaborati, mantelle di piume, corsetti ricamati che hanno richiesto centinaia di ore di lavoro. La dimostrazione pratica e bellissima di quanto si possa stravolgere tutto in un attimo, anche se sembra tutto già deciso. Basta solo volerlo.























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