Cannes non è solo cinema. È un rito collettivo dove il tappeto rosso diventa passerella, specchio dei tempi e palcoscenico per l’affermazione (o la rottura) del dress code tradizionale. L’edizione 2025 del Festival ha confermato questa tendenza, riscrivendo — o meglio, ridiscutendo — le regole non scritte dello stile, della sensualità e della presenza scenica.
Il nuovo dress code: eleganza sì, ma senza imposizioni
Quest’anno il dibattito sul dress code di Cannes ha fatto il giro del mondo. Dopo anni di taciti obblighi legati alla lunghezza degli abiti, all’uso del tacco e a una certa “sobrietà istituzionale”, l’edizione 2025 ha aperto a un approccio più fluido, libero e consapevole. Gli abiti lunghi restano un must, ma si sono visti anche tagli audaci, trasparenze totali, tailleur destrutturati, maniche assenti e perfino sandali flat: segnali chiari che il concetto di glamour si evolve con le generazioni.
I grandi nomi sul tappeto rosso
A guidare la carrellata delle presenze più iconiche c’è Bella Hadid, che ha catalizzato l’attenzione con un abito Saint Laurent ultra aderente e completamente trasparente, in aperta sfida alle norme ancora in vigore (e largamente ignorate) sulla nudità sul red carpet. Il suo look ha acceso un dibattito globale, ma anche sancito la sua centralità come fashion icon contemporanea.
Jennifer Lawrence, fedelissima di Dior, è arrivata con un abito da sogno dai toni cipria, etereo ma deciso, perfettamente in linea con la sua nuova immagine più matura e sofisticata. A sorpresa, anche Kristen Stewart ha conquistato la Croisette con un ensemble Chanel spezzato, fatto di pantaloni palazzo, crop top e giacca destrutturata: perfetto equilibrio tra eleganza e ribellione.
Tra gli uomini, riflettori puntati su Pedro Pascal, che ha abbandonato lo smoking tradizionale per un look sleeveless in total black con pantalone morbido e blusa senza maniche. Timothée Chalamet, invece, ha optato per uno smoking rosa cipria firmato Haider Ackermann: romantico e spiazzante come sempre.
Le nuove muse della moda
Non solo top model e attrici: anche rising stars e registe si sono fatte notare per scelte stilistiche fuori dagli schemi. Ayo Edebiri, rivelazione dell’anno, ha sfilato in Loewe, mescolando ironia e couture con un abito scultoreo che ha fatto impazzire i fashion editor. La regista Justine Triet, in concorso con il suo nuovo film, ha scelto invece un completo maschile oversize firmato Balenciaga, a ribadire il connubio sempre più stretto tra potere, comfort e rappresentazione.
Cannes 2025 dimostra che il red carpet non è solo estetica ma anche posizionamento identitario. I look parlano, gridano, raccontano personalità e scelte politiche. Il glamour resta, ma smette di essere gabbia per diventare linguaggio. E il Festival, una volta di più, si conferma termometro privilegiato per leggere la società contemporanea, partendo da una scalinata e arrivando a tutto il resto del mondo.