Ormai da qualche tempo a questa parte, sembra quasi che l’industria della moda stia assumendo sempre più un ruolo simile a quella del calcio. Vengono continuamente nominati nuovi direttori creativi e sono in molti a fare supposizioni su questi continui ed estenuanti cambiamenti. Tutto ciò sembra molto simile ad un gioco, ma difatti non lo è. Abbiamo inoltre notato quanto la moda inizi sempre più a sentire la pressione di un mercato saturo – soprattutto parlando dei consumatori.
Il designer non sembra più bastare, oggi le case di moda necessitano sempre di più di figure in grado di reinventare – in alcuni casi di far risorgere – un brand. Così la figura del direttore creativo sembra, sempre più, assumere un ruolo da protagonista nell’intero fashion system.
Negli ultimi anni abbiamo visto Matthew Williams essere nominato direttore creativo di Givenchy, Kim Jones di Fendi, Raf Simons unirsi a Miuccia da Prada, Glenn Martens di Y/Project prendere il comando di Diesel dopo Renzo Rosso. Ultima fashion news di spicco vede Alessandro Michele, dal 2015 direttore creativo della maison italiana Gucci, lasciare inaspettatamente il suo ruolo. Anche in questo caso, quella pressione a cui vi abbiamo già accennato non sembra affatto placarsi, gli amanti del settore sono già a domandarsi: Ma dove andrà adesso Michele?
Ci sono innumerevoli esempi di designer che, come Alessandro Michele, nel momento in cui hanno ottenuto la direzione creativa un brand hanno successivamente scelto di orientarlo – creativamente parlando – verso il loro immaginario estetico. Così la collaborazione con eventuali brand di successo, più che esaltare la maison di moda stessa, sembra quasi creare clamore attorno al direttore creativo.
Il ruolo di un direttore creativo è molto diverso da quello del fondatore di un brand. Negli ultimi anni è cambiato drasticamente, difatti questa è una tra le posizioni più alte del mondo della moda, forse dopo l’amministratore delegato. È importante che il creative director ispiri il team dei creativi e che offra loro una leadership eccellente per il futuro della casa di moda.
Questa figura lavorativa, però, raccoglie l’eredità del fondatore del brand, cercando una trasposizione attuale al racconto di quell’estetica a cui tutti pensiamo quando ci viene nominato un marchio. L’heritage, si sa, non perde significato, ma ne assume uno completamente nuovo. Ci sono ancora oggi delle case di moda ancora profondamente legate al ruolo del loro fondatore, che ne è al contempo ancora mente creativa. Tra questi designer ne citiamo alcuni iconici come Miuccia Prada, Giorgio Armani, Rick Owens, Marc Jacobs e Vivienne Westwood, sino alle più young Victoria Beckham e Stella McCartney.
I FONDATORI DI FAMOSE MAISON DI MODA CHE ANCORA OGGI NE DETENGONO LA DIREZIONE CREATIVA