Gucci festeggia i suoi cento anni con Gucci Aria, una collezione che ridefinisce il senso stesso del tempo senza mai perdere gli iconici codici stilistici, che hanno reso la maison l’emblema dell’anti-convenzione in fatto di fashion.
Un compleanno, questo, che conta cento rivoluzioni della terra e torna indietro a quella primavera di cento anni fa, quando tutto stava per germogliare e rifrangere. Alessandro Michele ha preso in mano le chiavi di casa Gucci per aprire le serrature della storia e fermarsi all’inizio, immerso in una fonte natale che ha dato origine ad alcuni tra i più indimenticabili oggetti moda dell’era contemporanea. Gucci Aria diventa il mezzo con cui soddisfare una fame di rinascita e celebra questo compleanno rendendo omaggio a ciò che oggi è considerato immutabile. Un logo, una forma, un pattern iconici diventano i protagonisti di pezzi rivisitati, che mixano l’universo fashion del mondo Kering in collaborazione con una maison che di pagine della storia ne ha scritte parecchie. Balenciaga e il suo direttore creativo Demna Gvsalia lavorano a quattro mani con Michele per cogliere una sfida unica nel panorama del fashion. Il rigore anticonformista di Balenciaga ripercorre la storia di Gucci passando per gli anni d’oro della direzione di Tom Ford, saccheggiandone i tessuti lucenti e le forme minimal.Il risultato è una collezione che celebra il mondo equestre, tornando agli inizi della Maison, trasfigurandolo in una cosmogonia fetish. È presente anche la vecchia Hollywood, le paillettes, gli abiti a ruota e la silhouette di una Marilyn Monroe contemporanea che non ha mai perso il suo glamour. La sartoria maschile, i suoi codici e fascino discreti vengono sabotati da abiti sfavillanti che ora abbracciano la contemporaneità e interpretano i desideri del mondo: celebrare una festa dell’aria. L’Aria, da qui l’evocativo nome della collezione, è l’elemento che diventa metafora di un soffia vitale che segna un potenziale nuovo inizio per Gucci.
Inspirare Gucci Aria vuol dire fare entrare un mondo dentro di sé, un mondo fatto di sfide, nuove regole da sovvertire e canoni da infrangere. Della collezione emergono i completi sartoriali oversize, che richiamano senza troppe metafore gli abiti di Tom Ford dei primi anni ’90, i corpetti in pelle che stringono bluse con le maniche a sbuffo, gli stivali cavallerizza che cingono pantaloni in pelle a palloncino, le giacche crop con le spalline imbottite, i top peplo e i capispalla con logo allover che mixano Gucci e Balenciaga in un tripudio di icone. Gli accessori marcano la mano di Alessandro Michele, sculture di cuori anatomici diventano borse a mano, la Jackie si tinge di pattern che mescolano l’heritage Gucci al logo Balenciaga, ma avviene anche il contrario. La Hourglass di Balenciaga si tinge dell’iconico pattern floreale Gucci e gli stivali stretch dalla punta maxi di glitter e loghi della Maison italiana. Un connubio di richiami a tutti coloro che hanno scritto le pagine della moda, in una celebrazione che non è autoreferenziale ma un ode alla capacità di rinnovarsi e tornare a vivere, dopo che l’inverno è diventato passato.
Una scelta inizialmente controversa, che a poche ore dal suo debutto a portato Gucci in cima alla classifica dei brand che il successo lo hanno raggiunto senza paura di osare. Che possa diventare un nuovo percorso da seguire anche per le altre maison? Ci siamo divertiti a immaginare quali potrebbero essere le prossime collaborazioni che ameremmo vedere.
Off White X Dior
Fendi X Hermès
Prada X Jacquemus
Burberry X Bottega Veneta
Louis Vuitton X Chanel
