Può Instagram diventare la nuova frontiera dell’arte contemporanea? @taxcollection è il profilo che dimostra che sì, Instagram può dare la stessa rilevanza a un giovane artista di una blasonata galleria d’arte contemporanea. Un progetto “senza estetica”, come lo definiscono i fondatori e curatori Max Berman e Tanner Steslow, per dare uno spazio a tutti. Ci hanno raccontato com’è nato The Tax collection in questa intervista.
Come e quando è nato il progetto The Tax Collection?
Eravamo ancora all’università e avevamo difficoltà a vedere pubblicati o esposti i nostri lavori nelle gallerie o online. Dopo aver ricevuto qualche rifiuto non molto carino, abbiamo capito quanto mancasse uno spazio per gli artisti mergenti. Abbiamo iniziato nel 2015 su Instagram, utilizzandolo per condividere opere da tutto il mondo, colmando il vuoto tra artisti e pubblico. Più aumentavamo le nostre relazioni con gli artisti, più riuscivamo a portarli dal web al mondo reale. Negli ultimi due anni siamo stati molto fortunati nel lavorare con gallerie e istituzioni per far conoscere artisti che stanno cambiando il corso dell’arte contemporanea.
How would you describe the Tax collection aesthetic?
La nostra estetica, in verità, è l’assenza della stessa. È molto importante per noi sia come brand sia come individui, perché non crediamo di dover esaltare uno stile piuttosto che un altro. Crediamo che le mode siano l’antitesi della liberà creativa e vogliamo offrire agli artisti uno spazio che non li rinchiuda in un solo trend in particolare. Vogliamo che abbiano la stessa rappresentazione e visibilità, a prescindere dal loro stile.
Cosa deve avere un artista per diventare parte di The Tax collection?
La passione. Non cerchiamo qualcosa in particolare, ma apprezziamo gli artisti che contribuiscono all’evoluzione dell’arte contemporanea non solo in quanto tali, ma soprattutto come persone.
Come funziona la Instagram gallery?
È sempre stata una piattaforma basata sulle submission ed è creata dai lavori che riceviamo dagli artisti di tutto il mondo. Possono sempre inviare le loro opere tramite direct message o attraverso il nostro sito.
Qual è la differenza tra una galleria d’arte nel mondo reale e una Instagram gallery?
Siamo arrivati a un punto molto interessante, in cui i social media sono autorevoli come una galleria. Parte della nostra mission è di cambiare l’idea che un artista è considerato di successo solo se espone in uno spazio cool in una città importante. Ci sono dei benefici indiscutibili lavorando nelle gallerie d’arte, come per esempio il fatto di aprirsi a una lista di clienti importanti, ma oggi siamo a un punto in cui gli artisti sono capaci di crearsi un nome coltivando il proprio seguito attraverso i social media.
In che modo i social media hanno cambiato il mondo dell’arte contemporanea?
Sono utili non solo per gli artisti, ma anche per collezionisti e gallerie. Più la visibilità diventa sempre più importante per raggiungere nuovi clienti, i social diventano non solo il portfolio dei nuovi artisti, ma possono rafforzare il loro brand meglio di una galleria. Ha aiutato l’industria a esporsi di fronte a una nuova generazione di artisti, collezionisti ed entusiasti che, altrimenti, non avrebbero potuto partecipare alla discussione.
In che modo Instagram influenza il vostro lavoro?
Siamo a un punto in cui Instagram non ci influenza più di tanto. La parte che amiamo di più del nostro lavoro è quello di osservare il lavoro quotidiano degli artisti nella nostra community, ma Instagram a volte riflette temi e tendenze che possono limitare le chance di un artista, semplicemente perché non rientra in un determinato canone. Dobbiamo restare fedeli alla nostra mission di rappresentare tutto quello che avviene nella art community di Instagram.
Dove vi piacerebbe portare The Tax collection da qui a 10 anni?
A sconvolgere il mondo dell’arte dalla testa ai piedi.