Fashion - July 24, 2018

Come nasce un’icona – Volume 9: Louis Vuitton

Le iniziali più famose al mondo? LV, quelle di Louis Vuitton. Un marchio leggendario la cui storia inizia a metà del 1800 e la cui fama senza tempo acquista ogni giorno sempre più fascino. A scrivere la sua storia, alcuni dei designer più iconici del nostro tempo. Siete pronti a conoscere la storia di Louis Vuitton? Rilassatevi e prendetevi un po’ di tempo per ascoltarla: The Blonde Salad è pronto a raccontarvela!

 

Dal 1854 agli Anni Ottanta del 1900: dalla nascita di Louis Vuitton alla creazione di LVMH

Louis Vuitton è uno dei brand più antichi nell’industria della moda. Le sue radici affondano addirittura al XIX secolo e in particolare al 1854, anno in cui Louis Vuitton fonda il suo marchio eponimo. Nato nel 1821 e di umilissime origini, Louis Vuitton a soli sedici anni lascia Lavans-sur-Valouse, il paesino nel sud della Francia dove è nato, per recarsi a Parigi, dove apprende l’arte di Monsieur Marechal, il fabbricante di bauli più famoso di Parigi e amato dall’imperatore Napoleone III.


Grazie alla sua abilità e alla sua visione moderna della pelletteria, nel 1854 apre un atelier tutto suo in Rue Neuve des Capucines. Il “malletier” Louis si dedica alla costruzione del suo primo baule. In quegli anni, i treni sono diventati il mezzo di trasporto preferito dagli aristocratici, che hanno bisogno di grandi bauli resistenti per i loro viaggi intorno al mondo. Quello firmato Louis Vuitton è molto diverso da quelli in voga al tempo: con una struttura in pioppo, è rivestito per la prima volta con una tela impermeabile. La ricca clientela parigina resta subito affascinata dalle sue creazioni così moderne, come il celebre baule Wardrobe che consente di appendere gli abiti in verticale come in un vero e proprio armadio.

 

Già all’epoca, le sue creazioni sono talmente apprezzate e desiderate che iniziano a comparire le prime imitazioni. Per restare al passo con l’innovazione e per realizzare creazioni sempre più esclusive, Louis Vuitton trasferisce la sua produzione ad Asnières, dove ancora oggi ha sede il più importante atelier di pelletteria della maison, e disegna una particolare tela Damier a scacchi marroni e beige dove campeggia il suo marchio registrato. Ancora oggi, è uno dei canvas più apprezzati della maison.

 

Nel 1880 Louis consegna le redini della propria azienda al figlio George, che porta la fama e il successo del marchio a livelli ancora più alti. È a lui, infatti, che si deve la creazione della tela Monogram, ispirata al design orientale della tarda epoca vittoriana e con le iniziali del fondatore LV affiancate ai simboli di fiori a quattro petali e quadrifogli. È senza dubbio ancora oggi il tessuto più riconoscibile di questo brand, in particolare su alcune delle borse che proprio lo stesso George crea. In questi anni, infatti, il figlio del fondatore capisce l’importanza di affiancare agli ormai iconici bauli delle collezioni di pelletteria capaci di rispondere alle esigenze dei nuovi viaggiatori. Nei primi anni del Novecento vedono la luce modelli dal fascino intramontabile come la Steamer, la Keepall, la Noé e la Speedy.



Nei primi decenni del 1900 il marchio Louis Vuitton è una delle case di moda più famose di tutto il mondo. Dopo la scomparsa di George nel 1936, il testimone passa prima nelle mani del figlio Gaston-Louis prima e della nipote Odile dopo, nel 1977. Dieci anni dopo, con una diffusione planetaria con oltre 300 filiali nel mondo, il marchio Louis Vuitton si fonde insieme al colosso dei liquori Moët Hennessy, dando vita al gruppo LVMH, il polo del lusso più grande al mondo. Due anni dopo, a conquistare la maggioranza dell’azienda è l’uomo d’affari Bernard Arnault, che riunisce sotto la stessa insegna due delle maison francesi più famose di sempre, Louis Vuitton appunto e Christian Dior, di cui è proprietario dal 1984.

 

Dagli Anni Novanta ai Duemila: nasce l’abbigliamento con Marc Jacobs

Negli Anni Novanta, Bernard Arnault comprende la necessità di portare Louis Vuitton su un altro livello. Dopo essere diventato il primo marchio al mondo nel settore della pelletteria, è tempo di iniziare una nuova avventura su un fronte ancora inesplorato per la maison, quello dell’abbigliamento. Nel 1997, Arnault decide di scommettere tutto su un designer americano, che ha rivoluzionato la scena fashion con la sua iconica collezione grunge per il marchio Perry Ellis: è Marc Jacobs.


Il designer deve creare da zero il pret à porter della maison. Ma a guidarlo, è l’immenso heritage della maison, i suoi canvas iconici e il suo legame con il mondo del viaggio, oltre che il suo personale spirito irriverente e all’avanguardia. Marc Jacobs celebra il famoso logo LV stravolgendolo. Durante il suo regno creativo, la maison collabora con alcuni degli artisti più quotati dell’epoca, da Takashi Murakami, che crea il Monogram Multicolor e Camouflage, a Stephen Sprouse, che colora il celebre canvas con i suoi graffiti, fino a Richard Prince e Yayoi Kusama. Il celebre logo LV viene perfino ricamato sulla tela jeans, dando vita al famoso Monogram Denim che nei primi anni Duemila fa impazzire le star.




Più che un percorso artistico in evoluzione, quello di Marc Jacobs da Louis Vuitton è un vero e proprio viaggio che modifica la prospettiva del brand a seconda dell’ispirazione del momento. Dalle french coquette allo stile afro, dal bon ton anni Cinquanta alle ispirazioni chinoiserie, il marchio vola ogni stagione verso nuove vette. Sotto la guida di Marc Jacobs, Louis Vuitton diventa il marchio della moda più grande di sempre, arrivando a oltre 6 miliardi di euro di fatturato stimato. A convincere i consumatori è un immaginario di lusso e glamour, costruito anche attraverso le campagne pubblicitarie che vedono protagoniste star come Jennifer Lopez, Madonna, Uma Thurman e Gisele, ma anche icone come Mikhail Gorbachev, Sean Connery, Francis Ford e Sofia Coppola, Catherine Deneuve, Angelina Jolie e Keith Richards.


A celebrare l’alleanza tra Louis Vuitton e Marc Jacobs è la mostra del 2012 al Musée des Arts Décoratifs di Parigi che traccia un confronto tra questi due creatori in occasione dei 15° anniversario dello stilista americano alla guida della maison. Celebrazioni che sanno molto di addio: solo l’anno dopo, nel 2013, Marc Jacobs divorzia da Louis Vuitton con una sfilata dal sapore funereo.


 

Gli Anni Dieci del Duemila: il regno di Nicolas Ghesquière

Già dopo il suo addio a Balenciaga nel 2012, i rumours danno Nicolas Ghesquière già pronto per Louis Vuitton. Dopo un anno di stop previsto da quello che gli insider definiscono una sorta di patto di non concorrenza tra Kering e LVMH, il designer francese a novembre 2013 inizia la sua nuova avventura come direttore creativo di Louis Vuitton. Dopo aver creato un hype incredibile attorno a Balenciaga, il suo compito è quello di bissare con il logo LV. Fin dal principio, diventa per lo stilista un dettaglio con cui giocare, in particolare sulle collezioni di pelletteria che accolgono nuovi modelli cult come la Petite Malle, il mini baule da portare come una clutch, o la Twist, con il logo che si trasforma in una chiusura metallica.





Con la sua attitude contemporanea, Nicolas Ghesquière stravolge le collezioni di abbigliamento, rendendole facili da indossare e da comprare. Anche le collezioni di calzature mettono le ali grazie all’iconica chunky sneaker Arclight e gli ankle boots con il tacco a fiore.


A far crescere l’hype intorno a Louis Vuitton non è solo la collezione womenswear. A far diventare il brand un unto di riferimento anche per la clientela maschile è Kim Jones, direttore creativo del menswear: poco prima di lasciare il marchio lo scorso gennaio per volare da Dior Homme, il designer inglese collabora con il marchio streetwear Supreme per una capsule collection che ha fatto impazzire i fashionisti di tutto il mondo. Un primo step verso una virata urban per il marchio, oggi interpretata dal designer Virgil Abloh.



Louis Vuitton nel 2018

Con una storia di oltre 160 anni alle spalle, Louis Vuitton si contende con Chanel il primato di brand più grande del mondo con un fatturato stimato intorno ai 10 miliardi di euro. Il suo fascino resta immutato, grazie alle borse Louis Vuitton amatissime dalle street style icon di tutto il mondo. A interpretare la sua estetica contemporanea sono celebrities come Emma Stone, Lea Seydoux e Michelle Williams.




Da appassionata di vintage, Chiara Ferragni è una delle fan numero uno di Louis Vuitton. Tra bauli antichi e collezioni più moderne, i pezzi firmati da questa maison sono protagonisti assoluti della sua sterminata collezione di accessori. Inoltre, sono i suoi compagni fedeli nei suoi viaggi intorno al mondo!




Come fare per essere sempre aggiornati sul mondo Louis Vuitton? Basta seguirlo su Instagram! @louisvuitton è l’account ufficiale dedicato a tutte le novità delle collezioni della maison. Ma se siete fanatici del brand, saprete bene che oltre alle linee fashion, Louis Vuitton ha una fantastica fondazione dedicata all’arte inaugurata nel 2014 e usata anche come palcoscenico delle sfilate womenswear. Per conoscerla meglio, seguite il profilo @fondationlv.


Dopo tutte queste informazioni sulla storia di Louis Vuitton ci resta una sola cosa da fare: goderci questa fantastica gallery con alcuni dei  look più iconici firmati da Marc Jacobs e da Nicolas Ghesquière!



















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