Eat , Lifestyle - July 1, 2018

Intervista a Pietro Nolita, il regno di “Pink as f**k”!

Immaginate di mangiare in un ristorante di New York tutto rosa e con dell’ottima cucina italiana… Un sogno? No, è Pietro Nolita! Inaugurato nel 2016 e nato da un’idea di Pietro Quaglia, è diventato in poco tempo uno dei locali più cool di New York, capace di attirare clienti da tutto il mondo grazie al suo stile “all pink everything”. E anche noi di The Blonde Salad non abbiamo saputo resistere al suo stile… a raccontarci tutti i segreti di Pietro Nolita è stato Pietro Quaglia. Leggete subito la nostra intervista!

 

 

Com’è nata l’idea di Pietro Nolita?

Volevo fare qualcosa di diverso dalle solite trattorie di cucina tradizionale italiana che si vedono a New York. Per intenderci, quelle che espongono la classica ruota di formaggio o con i salumi appesi sul soffitto. Pietro Nolita è ispirato un po’ alla mia infanzia, alla casa e ai luoghi in cui sono cresciuto e che occupano un posto speciale nel mio cuore. Sono nato nel 1980 a Milano, da bambino vivevo in una casa molto eccentrica e sono sempre stato appassionato del Memphis Group, nei cui lavori il rosa ha un ruolo spesso di primo piano. Durante la mia infanzia, poi, trascorrevo le mie estati a Camogli, sulla Rivera Ligure, e ricordo le sfumature del rosa che coloravano il panorama che si scorgeva dalla promenade. Quando ho deciso di aprire Pietro Nolita, non potevo che scegliere il rosa come tonalità di riferimento!

 

Oltre al Memphis Group, cosa ti ha influenzato nella creazione del concept?

Ho fatto moltissima ricerca. Pensa che nel moodboard c’erano addirittura delle immagini di Fiorucci! Abbiamo voluto disegnare un concept davvero innovativo, qualcosa che nessuno avesse mai visto prima, e per questo anche gli arredi sono tutti rigorosamente fatti su misura!

 

Come descriveresti l’estetica di Pietro Nolita in tre parole?

Chic, fun, kitsch!

 

 

Chi è, secondo te, il cliente tipo di Pietro Nolita? Cosa cerca, che esperienza vuole vivere all’interno del vostro locale?  

Ogni giorno accogliamo persone di tutti i generi: dai fashionista alle modelle, fino alle ragazze che vivono nell’Upper East Side, ai turisti, ai nonni con i nipoti. Credo che ad attrarre i clienti sia soprattutto il fatto di proporre qualcosa di nuovo, di essere differenti dalla massa. E poi, in fondo, cosa c’è di meglio di mangiare dell’ottimo cibo italiano e bere dei cocktail fantastici in un locale tutto rosa, che emana serenità e allegria?

 

Come vediamo, il rosa torna sempre nella storia di Pietro Nolita, tanto che il claim che avete scelto è l’ormai celebre “Pink as fuck”. Com’è nato questo motto e come descrive, secondo te, l’attitude del ristorante?

Mi piaceva l’idea di creare un contrasto, dando al colore rosa un po’ di mascolinità… “Pink as fuck” in italiano suona un po’ come “Rosa di brutto”!

 

Quanto c’è di questa attitude nel vostro menu?

In realtà, molto poco! Il colore rosa è protagonista dell’arredo, ma nel menu non c’è nessun piatto pink. Il concept è molto innovativo, ma la cucina è super tradizionale. Nel menu troverete sempre piatti genuini della cucina tipica italiana: per capirci, gli stessi che cucinava mia mamma! Tutto semplice, sano, fresco e ovviamente buonissimo! Per essere coerenti con il contesto in cui ci troviamo, abbiamo comunque voluto dare un’impronta newyorkese alle nostre proposte, inserendo piatti come il lamb burger o l’avocado toast.

 

Prima di aprire Pietro Nolita hai lavorato nel mondo della moda. Come questa esperienza ti ha influenzato nella creazione del concept di Pietro Nolita?

Sicuramente nel creare un’estetica così precisa e nello spingermi a trovare sempre nuove idee ogni stagione. Per esempio, abbiamo creato una collezione di merchandising e avviato diverse collaborazioni dedicate al nostro motto “Pink as fuck”, come una clutch con Reine Bags e una capsule di scarpe con Brian Atwood. Persino Barbie è venuta a trovarci al Pietro Nolita!

 

 

Le tue T-shirt “Pink as fuck” sono diventate delle vere e proprie icone grazie all’endorsement di una fashion icon come Giovanna Battaglia…

Giovanna e io siamo amici da anni. La sua idea di indossare la nostra T-shirt durante la New York Fashion Week è stata cool e geniale. Ogni giorno ricevo clienti che chiedono di questa maglietta mostrandomi le foto di Giovanna! È stata una formidabile supporter di Pietro Nolita fin dal primo giorno.

 

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And a year later …I'm Bat_Gio As F**K💅 @pietronolita

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Anche noi ci siamo fatti tentare dal mondo di Pietro Nolita, realizzando una capsule collection per il nostro e-store. Sai che è andata sold out in pochissimi giorni? Sicuramente, uno dei prodotti ad aver registrato maggiore successo!

Mi fa piacere! In fondo, Pietro Nolita e The Blonde Salad hanno parecchio in comune, non solo la passione per il rosa. Abbiamo un immaginario molto simile e sicuramente parliamo allo stesso tipo di clientela.

 

Se venissimo a cenare al Pietro Nolita e ti chiedessimo un piatto in stile The Blonde Salad, cosa ci porteresti?

Sicuramente un’ottima carbonara: naughty but nice!

 

https://www.instagram.com/p/Bijuffslszd/?hl=it&taken-by=pietronolita

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