Lifestyle , TBS Crew - August 25, 2017

Usa Road trip: alla scoperta del profondo Sud

Potersi alzare la mattina e partire, con il brivido dell’incertezza che ti segue: dove dormirai? Dove mangerai? Quando arriverai alla prossima tappa? L’adrenalina che ti avvolge appena sali in auto, le strade tutte da scoprire, le meraviglie dietro le curve che ti fanno ripetere “wow” veramente troppe volte. Un road trip ben riuscito resterà nel vostro cuore per tutta la vita! E quale migliore meta per mettersi in macchina e andare, se non gli sterminati USA? 10 giorni, 6 stati, 2 amiche e tanta strada. Let’s go!

Dopo 11 interminabili ore di volo atterriamo finalmente ad Atlanta, capitale della Georgia, dove ad accoglierci troviamo un caldo soffocante e un’umidità da Oscar. Welcome to the deep south! Dopo un bel sonno ristoratore e un dolcissimo waffle – il primo di una lunga serie – dedichiamo la prima mattinata negli States a scoprire la città ma soprattutto alla visita della storica sede di Coca Cola, dove è gelosamente custodita da 125 anni la segretissima formula della bevanda più famosa nel mondo.

Giusto il tempo di abituarci al “nuovo mondo” ed eccoci pronte ad intraprendere il nostro lungo viaggio. Prima tappa: Alabama. Armate di costumino e prendisole ci dirigiamo verso la costa e le bianchissime spiagge di Mobile. Ma i sogni di un’abbronzatura da invidia vengono presto infranti dal meteo. Interminabili cieli azzurri scompaiono rapidamente dietro enormi nuvoloni neri e vortici d’aria: questione di minuti e ci troviamo in mezzo a un diluvio universale, con il sospetto che ci ritroveremo presto insieme a Dorothy nel fantastico mondo di OZ.

Quindi diamo un rapido saluto all’oceano e di nuovo in macchina. Quattro ore ci separano dalla francesissima New Orleans, dove passeremo due giorni bellissimi in compagnia di buona musica e buon cibo. La mattina seguente al nostro arrivo, prese da “spirito d’avventura” (e forse troppo fiduciose nelle nostre capacità atletiche, visto soprattutto l’onnipresente caldo stellare) decidiamo di seguire Keith, avvocato in pensione, che ci dedica la sua giornata per guidarci in un giro in bicicletta alla scoperta del quartiere creolo, il nucleo più antico e affascinante della città. Tra una pedalata e l’altra, grazie ai racconti del nostro nuovo amico, impariamo a conoscere la storia e l’architettura di New Orleans e ci immergiamo nella sua atmosfera autentica e tranquilla ammirando le tipiche ringhiere in ferro battuto, le case colorate, i giardini-patio, i palazzi liberty e i lussuosi bazaar. A New Orleans poi si sa, la musica ha un uno dei suoi luoghi del cuore: dici New Orleans e pensi subito al jazz, perché è proprio qui, nel cuore della Louisiana, che è nato e cresciuto questo genere musicale che ancora oggi risuona ovunque, nelle strade e nei locali.

La tappa seguente ci porta nel cuore della regione che si affaccia sul Golfo del Messico, il Texas. Sei ore di viaggio immerse nel verdissimo Stato ci separano da Houston…sì, proprio quella di “Houston, we’ve had a problem here”, la richiesta d’aiuto lanciata il 13 aprile del 1970 dall’Apollo 13, partito da Cape Canaveral! Il segnale era diretto al Mission Control Center del Lyndon B. Johnson Space Center – l’agenzia spaziale più famosa al mondo. Dappertutto qui si respira ancora il mito del travagliato rientro di Lovell, Swigert e Haise e dello storico sbarco sulla luna.

Neanche 24 ore dopo e siamo sulla mitica Route 61 che costeggia il Great River dirette a Clarksdale: patria della musica blues e terra di bianchissimi campi di cotone. Arriviamo al tramonto alla Hopson Plantation, dove passeremo la notte. Qui tutto sembra essersi fermato al tempo in cui le piantagioni erano in attività – le camere sono ricavate dalle vecchie seed houses di legno e latta mentre gli antichi macchinari riposano arrugginiti nel grande cortile. Il tempo di sistemarci e siamo di nuovo in macchina verso il centro della cittadina nel cuore del delta del Mississippi, che si rivelerà una città fantasma. Nelle piccole strade buie e deserte risuonano solo le note di un malinconico blues.

Dopo una nottata passata a sorseggiare birra ghiacciata, sedute su una scricchiolante sedia a dondolo sotto un immenso cielo stellato siamo pronte per ripartire. Di nuovo on the road, direzione: Tennessee! Prima tappa dei nostri ultimi giorni made in USA è Memphis. Abbiamo pochissimo tempo così decidiamo di dedicare la nostra giornata, in occasione del 40esimo anniversario della sua morte, al Re del Rock’n’Roll, Elvis Presley. Al 3734 del Boulevard a lui intitolato si trova, nascosta dietro la mitica cancellata, l’eccentrica Graceland, l’enorme dimora dove The King abitò e morì all’età di 42 anni. Un paradiso per chi, come me, sotto sotto è un’amante del kitsch estremo: moquette pelose, discutibili accostamenti di colore, carta da parati con i barboncini e tappezzerie che ricoprono il soffitto, se anche voi siete del team non potete davvero perdervela!

Trascorriamo gli ultimi due giorni del nostro tour nella coloratissima Nashville, alias “The Music City”, dove tutti, dagli abitanti ai turisti – appassionati di musica country o aspiranti cantautori – vivono intensamente questa forma d’arte in ogni momento della giornata. La musica è davvero il cuore pulsante di questa città: basta pensare alle leggendarie Country Music Hall of Fame, alla Grand Ole Opry House o ai rustici e imperdibili “blues bar” di Broadway. Ma la capitale del Tennessee è molto di più: una città vivace dalla popolazione accogliente, ricca di cultura ed edifici storici (ok, a parte la riproduzione a grandezza naturale del Partenone di Atene). Non potete infine perdervi i suoi grandiosi murales che ci fanno respirare l’atmosfera unica di una realtà in perenne fermento: dal Draper James stripes all’inconfondibile “I Believe in Nashville”.
Con 3000 km alle spalle, stanche ma felici, ci dirigiamo verso l’Aeroporto Internazionale di Atlanta. E’ ora di tornare a casa. Non proferiamo parola, c’è già una grande malinconia nell’aria. Sappiamo entrambe però che non si tratta di un vero e proprio addio ma di un arrivederci. Quindi, come direbbero nel profondo sud: See Y’all soon!


























Text and pics by Chiara Scalabrini

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