Testa rasata quasi a zero, lentiggini che le coprono tutto il viso e uno sguardo fiero che non fa trasparire la fragilità della sua anima inquieta, Adwoa Aboah è una che un attimo prima ti fulmina con chi occhi da puma e quello dopo ti spiazza con un sorriso illuminato da un brillantino sull’incisivo sinistro. Mezza inglese e mezza ganese (la madre è 100% british ed è la fondatrice di una delle agenzie di fotografi più conosciute in UK mentre il padre, africano, si occupa di location scouting), la modella 25enne – classe 1992 – può tranquillamente definire il 2017 come il suo anno d’oro, dato che ha appena collezionato una stagione di sfilate che fa concorrenza a quella delle top più pagate, che è stata scelta come testimonial della nuova campagna Versus insieme a Zayn Malik e che il suo volto magnetico è sulla copertina di Marzo di Vogue America insieme a quello di, tra le altre, Kendall Jenner, Gigi Hadid e Ashley Graham, a mostrare la bellezza della diversità femminile. Non solo: il 2017 sarà anche l’anno in cui anche la sua carriera di attrice, iniziata nel 2011 con il film To.Get.Her., prenderà il volo dato che sarà protagonista di Ghost in The Shell insieme a Scarlett Johansson.
Un momento dorato insomma, che è il perfetto contrappasso di quello, molto difficile, che ha vissuto durante l’adolescenza, fatto di depressione e dipendenza dalla droga e che è culminato nell’ottobre del 2015 con un tentativo di suicidio. «Semplicemente non volevo più essere Adwoa e questa and that self hatred is something that I work on on a daily basis”, dice in un’intensa intervista video a StyleLikeU, in cui confessa anche di aver iniziato a drogarsi a 14 anni e di aver smesso solo grazie ai genitori, che l’hanno mandata in un centro di rehab in Arizona dove ha potuto prendersi cura di se stessa. Un luogo dove ha compreso l’importanza del dialogo e del sostegno femminile (la sua dottoressa è stata fondamentale nel suo percorso di riabilitazione così come una delle pazienti, una donna anziana che si è presa cura di lei come di una figlia), che l’ha portata, nel 2015, a dare vita a Gurls Talk, un account Instagram e un sito web in cui ogni donna può raccontare dei suoi problemi e aprire un argomento di discussione su come si sente rispetto a se stessa o alla società a cui appartiene. Perché quando si è in difficoltà, l’idea che ci sia qualcuno disposto ad ascoltarci ci rende consapevoli del fatto che per qualcuno significhiamo qualcosa, anche se ci sembra tutto perduto. E sapere che anche altre persone condividono le nostre stesse paure ci fa sentire meno soli.