Designers 2 know , Lifestyle - July 20, 2016

A Trieste c’è ITS, il concorso per i fashion designer che trasforma l’Utopia in una possibilità

openUtopia: ideale di assetto politico, morale e religioso irrealizzabile nella realtà. Chi ha scritto questa definizione probabilmente non è mai stato a Trieste, e sicuramente non ha mai conosciuto Barbara Franchin, che l’Utopia l’ha resa un luogo, possibile, e aperto a tutti coloro che hanno un sogno da realizzare. Stiamo parlando di ITS-International Talent Support-, una delle più importanti manifestazioni internazionali dedicate alla ricerca di nuovi talenti nella moda, che convoglia intorno a sé una quantità impressionante di giovani desiderosi di (di)mostrare la loro creatività al mondo e ottenere in cambio un’opportunità concreta di trasformala in un lavoro. Come nel caso di Demna Gvasalia, che ha vinto la terza edizione e che adesso è il direttore creativo di Balenciaga oltre la mente dietro a uno dei brand più cool del momento, Vetement.

Qui si selezionano ogni anno migliaia di portfolio per poi arrivare a una rosa di 20 finalisti tra designer di moda e accessori, che potranno esporre i loro lavori all’attenzione della stampa di tutto il mondo. L’occasione giusta per farsi notare, sicuramente, ma anche per entrare concretamente nella filiera creativa grazie ad aziende come Swatch, Only The Brave e Swarovski che sponsorizzano il concorso dando la possibilità ai vincitori delle proprie categorie di entrare in azienda per uno stage pagato oltre che mettendo a disposizione un premio in denaro, che per alcuni significa potersi permettere di dare il via al proprio progetto personale.

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Ma cos’ha questo concorso che gli altri non hanno? Prima di tutto la sua fondatrice Barbara Franchin, una paladina della creatività – mi spiega Carlo Giordanetti, Creative Director di Swatch International, che da 3 anni sponsorizza la sezione Artwork. E poi l’estrema cura nella selezione e la piena libertà creativa concessa ai designer, che vengono “sfidati” a creare qualcosa che rappresenti un’idea più che un prodotto vero e proprio, ma utilizzando se possibile anche dei materiali legati all’azienda partner. Con risultati davvero interessanti: come la creazione della vincitrice Jana Zornik, che ha realizzato una sorta di caleidoscopio al contrario, che incorpora uno specchio in cui colui che guarda vede l’immagine del proprio occhio, per una sorprendente esperienza di totale riflessione in compagnia di stesso. La struttura, che ricorda una sorta di stalattite, in realtà è il risultato dell’unione di tanti pezzi di plexiglass, frammenti del tipico astuccio allungato che contiene ogni orologio Swatch, rielaborato dunque in modo totalmente alternativo. E vincente: perché qui quello che si premia è la creatività, per l’appunto, l’idea che fa la differenza. Oro puro in una realtà sempre più omologata, in cui mancano la cultura della moda e il coraggio di nuotare controcorrente.

Cose che invece qui sono legge: la legge del Paese Libero di Utopia, come si autodefinisce questo luogo dove tutto è possibile. Che della libertà di pensiero fa un tesoro, custodito in una soffitta piena di ispirazioni, cioè gli spazi dell’ITS Creative Archive, che collezionano i lavori dei tantissimi concorrenti che in questi ultimi 15 anni sono passati da Trieste portando una ventata di novità e proprio qui hanno lasciato un pizzico della loro follia, a disposizione di coloro che ancora credono che l’utopia non sia solamente un sogno.

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